Sigari

 


PICCOLO DECALOGO PER IL VOSTRO PIACERE:

 

DUE PAROLE SUGLI EFFETTI DELLA UMIDIFICAZIONE

Facciamo un paragone: un Refosco Cru '95 deve essere messo
 in una caraffa per qualche ora affinché si ossigeni
in modo che possa esprimere al meglio le sue qualità'.

 L'UMIDIFICAZIONE RAPPRESENTA L'OSSIGENAZIONE DEL SIGARO

 L'umidità' dilata la struttura, accresce il tiraggio, perfeziona il suo sapore. 

 RICORDATE il sigaro importante e' definito "di fumo lento" cioè va assaporato - non ingoiato - come un buon vino.

 


Il tabacco:

La pianta del tabacco si chiama Nicotiana tabacum: è universalmente riconosciuto che le piante di tabacco cubano sono le migliori in assoluto, tant’è che Cuba vende all’estero i semi di tale piante.
Esistono 2 piante di tabacco, il COROJO e il CRIOLLO: la prima viene coltivata in serra e da questa si ottengono le foglie più pregiate, quelle che vengono utilizzate
 per rivestire l’esterno del sigaro.
L’altra pianta, il CRIOLLO fornisce le altre 4 specie di foglie 
di tabacco necessarie alla manifattura di un sigaro.
Il tabacco viene coltivato in piantagioni estese organizzate in filari.
Il suo habitat ideale è l’area Caraibica grazie alle eccezionali condizioni climatiche; in particolare a Cuba vi è una particolare condizione geologica,
 che fa si che la pianta del tabacco cresca rigogliosa.
La coltivazione avviene ancora con mezzi tradizionali, come l’aratro trainato da muli ed è una produzione labur intensive, cioè una produzione che si basa sul lavoro dell’uomo.
La produzione del sigaro è composta da una serie successiva di fasi:

  • raccolta delle foglie

  • essicazione, processo che dura da 45 a 60gg (qui, a seguito dell’ossidazione le foglie cambiano colore, dal verde naturale degradano verso il marrone)

  • stiva delle foglie essicate in balle per la fermentazione (circa 40gg)

  • apertura delle balle e divisione delle foglie una a una

  • bagno in acqua delle foglie per evitare l’eccessiva secchezza, poi le foglie vengono stese 2-3 ore per eliminare l’acqua in eccesso

  • processo per rendere uniforme l’umidificazione delle foglie: le foglie vengono riposte in una cassa di legno con listelli sul fondo

  • scostolatura: in questa fase le foglie vengono private della nervatura centrale

A questo punto le foglie di tabacco sono pronte per essere arrotolate a mano dagli abili maestri torcedores.

All’interno di un sigaro

Il sigaro stesso all’apparenza risulta un semplice processo produttivo, in realtà è il prodotto di una serie complessa di operazioni di scelta delle foglie, di taglio e di arrotolamento.
Infatti, il sigaro è composto da 3 parti fondamentali:

  • la parte interna detta tripa

  • una prima fascia detta capote che circonda la tripa e la tiene compatta

  • una fascia esterna detta capa che ridefinisce il sigaro, conferendogli l’aspetto e il colore.

Le foglie di tabacco sono generalmente classificate in 4 tonalità:

  • claro, marrone chiarissimo

  • colorado chiaro, marrone medio

  • colorado, marrone scuro

  • maduro, marrone scurissimo, quasi nero

Il colore della foglia esterna non ha nulla a che fare con la forza del sigaro, anzi generalmente un sigaro chiarissimo produce una fumata fortissima, per contro un sigaro di colore maduro può produrre una fumata leggera.
 

Classi di sigari

I sigari si possono dividere a seconda delle dimensioni e della forma.
A seconda della dimensione si distinguono sigari grandi, medi e piccoli: questa suddivisione è in base alla misura del diametro del sigaro stesso.
In particolare i sigari grandi sono quello che hanno un diametro compreso tra 46 e 52 inches, quelli medi tra 40 e 45 inches e quelli piccoli tra i 26 e 39 inches.
I sigari poi possono essere di forma regolare o di forma irregolare. I primi sono quelli che hanno forma perfettamente cilindrica per tutta la lunghezza , gli altri invece presentano sezioni diverse lungo l’asse e vengono chiamati figurados.
Il diametro dei sigari è chiamato in gergo tecnico ring gauge.
I sigari vengono poi classificati in vitola: il termine vitola identifica ogni sigaro di una determinata lunghezza e diametro.

La scelta del sigaro

La ricerca del sigaro perfetto può essere lunga, a volte per alcuni non finisce mai.
E’ già stato detto che esistono migliaia di sigari prodotti dai paesi più svariati, Cuba, S.Domingo, Jamaica, Honduras, Nicaragua, Brasile, Messico, India, Stati Uniti, Spagna, Olanda, Germania, Italia.
Soltanto a Cuba esistono più di 30 marche e 950 forme di sigari ed molto difficile descrivere qualcosa di così unico e particolare come il sapore o il formato di una marca di sigari. Qualsiasi interpretazione è valida. Il miglior modo per educare ed affinare il palato consiste nel provare tipi e formati diversi di sigari per poi trovare quello che più appaga personalmente.
Una variabile da tenere in considerazione nella scelta del sigaro è il tempo che si ha a disposizione per la fumata.
Altre variabili: il diametro, che influisce sulla velocità del tiraggio. Il sigaro dalla circonferenza più ampia offre un aroma più ricco, una combustione più lenta, un fumo meno caldo ma sicuramente più dolce e rotondo.


Come conservare un sigaro

Il tabacco delle isole dei Caraibi cresce e viene lavorato in aree geografiche caratterizzate da un microclima particolare.
I sigari, dal momento della produzione al momento della vendita vengono conservarti a temperature tra 1 16° e i 18° con umidità relativa tra il 65% e il 70%: questo affinchè non vengano modificate le qualità organolettiche del tabacco.
E’ necessario che una volta acquistati i sigari vengano conservati alle stesse condizioni: per questo è necessario ricorrere ad un Humidor.
L’Humidor o umidificatore è un contenitore, spesso un semplice cofanetto da tavolo, dove vengono conservati i sigari: è realizzato in legno (cedro caraibico o spagnolo) in varie forme e dimensioni.
All’interno della scatola vi si trova un contenitore che viene riempito di acqua distillata che evaporando lentamente crea le condizioni ideali per la conservazione del sigaro.
Altro elemento importante è l’igrometro, strumento per il controllo dell’umidità interna.
In generale, per la conservazione di sigari, valgono i seguenti valori:
 

Condizioni

Standard

Minimo

Massimo

TEMPERATURA (gradi Celsius)

18°

12°

25°

UMIDITA’ RELATIVA (U.R. %)

72%

60%

80%

Viene indicata una u.r. % del 72% in quanto tale valore consente ai sigari di mantenere il loro grado di umidità naturale che è pari ad un contenuto di acqua del 13-14% del peso.

Cosa succede se:

la temperatura è eccessiva La temperatura è insufficiente L’umidità è eccessiva L’umidità è insufficiente

Possibilità di sviluppo del temibile tarlo

Fenomeni di sfoliazione quando tornano a temperatura normale

Formazione di muffe

Perdita di elasticità

Secchezza e fragilità delle foglie

Aumento artificioso della u.r

Consistenza sgradevole al tatto.

Combustione irregolare

Inconsistenza al tatto

 

Corpo impastato con difficoltà di tiraggio

 

Tiraggio eccessivo

 

Spegnimenti incongrui e fumata fastidiosa

 

Fumo caldo e acre

 

Fumo pesante e forte

 

Curiosità :

Quanto dura la vita di un sigaro?
Nel negozio di Nat Sherman, nella 5th Avenue a New York, è stato fumato un avana di 40 anni, perfettamente conservato.

Taglio ed accensione del sigaro

Il sigaro si divide in tre parti: la testa, il corpo e il piede.
La testa è la parte iniziale, generalmente chiusa da un cappuccio di tabacco.
Il corpo è la parte centrale del sigaro; infine il piede è la parte finale che normalmente è aperta.
Per accendere un sigaro occorre tagliare la testa, in gergo, incidere la perilla.
Il taglio è una pratica molto importante: deve dare uniformità alla combustione ed inoltre non deve rovinare la Capa sfilacciandola. Per fare ciò occorre avere un tagliasigari.
Nelle isole caraibiche il sigaro viene tagliato con gli incisivi o con l'unghia: questa tecnica è dettata dalle condizione climatiche del luogo che rendeno i sigari più morbidi e quindi meno fragili.
I principali strumenti utilizzati per il taglio:

  • Coltello

  • Rasoio

  • Forbice da sigaro

  • Ghigliottina: è lo strumento ideale poiché produce un taglio netto, senza normalmente provocare lacerazioni alle foglie.

  • Doppia lama

  • Taglio triangolare

Una volta rimossa la perilla si procede all’accensione del sigaro.
Per accendere un sigaro occorre un fuoco generoso, ma non eccessivo, altrimenti si avrebbe un effetto lanciafiamma: è possibile usare indifferentemente sia accendini a gas che fiammiferi, Non è consigliato l’uso di accendini a benzina o candele poiché l’odore della combustione potrebbe inquinare il sapore del sigaro.

 

   

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                                                                                    

 

 

 

 

 

 

 

La storia:

Tutto ha origine con lo sbarco di Cristoforo Colombo a Cuba intorno al 1492: egli fu colpito dai rituali religiosi praticati dagli indigeni, essi gustavano l’aroma e il sapore prodotto dalla combustione di alcune foglie che venivano accuratamente arrotolate a forma di tubo. Il fumo veniva offerto alle divinità, ma i presenti alla cerimonia potevano inalarlo attraverso uno strano strumento, il tabaco.
Le foglie che venivano bruciate erano già conosciute in Europa a quel tempo, solo che venivano utilizzate come pianta medicinale per usi terapeutici; in seguito gli spagnoli incominciarono a importare quelle foglie a forma di tubo: erano i primi sigari, di manifattura molto primordiale, ad essere esportati verso l’Europa.
Cominciò così la lenta ma costante diffusione dei sigari nel Vecchio mondo.
La Spagna assunse il dominio dell'isola di Cuba nel 1511 e nel 1515 divenne la base per le sue conquiste nelle Americhe. Inoltre, schiavi africani vennero portati nell'isola per incrementare lo sviluppo della coltivazione della canna da zucchero, un importante fonte di denaro per i conquistatori. In poco tempo, l'uso di fumare le foglie secche si sparse tra i nativi, gli schiavi, i conquistatori e i marinai, favorendo così l'espansione del tabacco in tutto il mondo.
Nel 1614, la corona spagnola autorizzò la CASA DE CONTRACTACION DE LA HABANA allo sviluppo della produzione del tabacco in Cuba. In Spagna, la maggior parte del tabacco era da "fiuto" e solo una piccola parte era riservata alla produzione di sigari nella città di Siviglia. Comunque, Cuba aveva una produzione propria con la quale dovette presto far fronte alla crescente richiesta di sigari da parte delle capitali europee che richiedevano una qualità pari a quella dei sigari prodotti dagli spagnoli.
L’anno chiave della produzione di sigari a Cuba fu il 1817 allorquando Re Ferdinando VII di Spagna pose fine al monopolio sull'industria del tabacco da parte del governo coloniale dando così l'opportunità alle compagnie private di iniziare a produrre e vendere sigari cubani.
Dopo il 1855, con la nascita delle fabbriche di sigari in Inghilterra e Stati Uniti (che importavano foglie di tabacco cubano), l’esportazione di sigari cubani subì un rallentamento.
Nel 1898, quando la guerra tra Spagna e America pose Cuba sotto il controllo degli Stati Uniti, le società americane iniziarono a controllare le industrie dell'isola, includendo il commercio dei sigari. L'esplosivo sviluppo dell'industria del sigaro dopo l'inizio del nuovo secolo, portò all'istituzione del "Cuban Warranty Seal" (Sigillo di Garanzia di Cuba) nel 1912 per cercare di fermare ed equilibrare la proliferazione di marche, stili e misure. Nel 1920, l'introduzione di una macchina produttrice di sigari nella fabbrica Por Larranaga portò ad una crisi nell'industria poiché gli arrotolatori (i famosi torcedor) videro il loro lavoro minacciato. Un boicottaggio alla macchina fece sì che essa fu rimossa dal 1937 al 1950, ma le compagnie americane interessate in questa tecnologia e in quella tradizionale dei sigari arrotolati a mano cominciarono ad importare negli U.S.A. grandi quantità di foglie cubane per produrre sigari propri. Questi sigari, fatti interamente di tabacco cubano, furono conosciuti come "Clear Havanas".
Altra data importante fu il 1959, anno in cui la Rivoluzione cambiò la situazione politica a Cuba e l'industria del tabacco fu nazionalizzata.
Nel 1960 fu fondata la CUBATABACO ed il numero di marche diminuì da 960 a meno di 40. Nel 1980, le marche minori furono scartate e 31 rimasero in produzione come "sigari di stato". Nessuna nuova marca fu introdotta tra il 1968 e il 1991 mentre nuove marche per l'esportazione furono introdotte solo nel 1996.
Tuttavia, per migliorare e rendere più efficiente e capillare la distribuzione dei sigari nel mondo (ad eccezione degli Stati Uniti), nel 1994 fu creata una nuova Società, la HABANOS S.A., che è riuscita a portare i sigari cubani dalla vecchia tabaccheria londinese alla più remota isola del Pacifico. Essa ha anche introdotto sul mercato una propria rete di vendita, la "Casa del Habano": una serie di boutique di alto livello e qualità per esporre, vendere e degustare gli Habanos, i famosi sigari di Cuba.


Tabaccheria Niccoli
Firenze
Via Luca Signorelli, 30 - 50142

niccoli@tele2.it